Del territorio di Fornovo, posto alla confluenza dei fiumi Taro e Ceno ad una quota di circa 150 m slm, esistono documenti e reperti che confermano il popolamento e l'importanza della zona già a partire dalla preistoria.
L'epoca romana non solo vede sorgere il capoluogo, ma conferma l'importanza di questo territorio come nodo viario e punto strategico militare e mercantile: Foronavonus, un foro o mercatale, che i Romani erano soliti edificare sulle strade maestre per il commercio con le popolazioni limitrofe.
E'dell'anno 854 la prima menzione della Pieve che apparteneva ai Vescovi di Parma.
Nel periodo medievale la strada di Monte Bardone (da un originario "Mons Langobardorum" che nel Medioevo indicava tutta quella parte dell'Appennino Tosco-Emiliano), con l'arrivo dei Longobardi, ne accresce ulteriormente l'importanza: dall'Alto Medioevo il Valico della Cisa sarà infatti, uno dei passaggi preferenziali per i collegamenti tra l'Europa centro-occidentale e Roma.
Da Fidenza partiva un fascio di itinerari per superare la montagna, che si riuniva a Fornovo appunto nella via di Monte Bardone; questa era una delle più frequentate dai pellegrini diretti a Roma, dal momento che in essa confluiva sia il flusso proveniente dalla Francia (di qui il nome di Via Francigena o Francesca) sia il flusso proveniente dall'attuale Svizzera o Germania.
Il motivo risiede nel vantaggio, rispetto alle altre strade, di permettere con un tratto molto breve il passaggio dell'Appennino, in un solo giorno di cammino.
La strada di Monte Bardone ebbe anche importanza strategica e militare, come testimonia il passaggio documentato di personaggi quali Arnolfo d'Alemagna (896), Filippo Augusto di Francia di ritorno dalla terza crociata (1191), l'imperatore Federico II (1226, 1236, 1249), Sigismondo (1331), Lodovico IV il Bavaro (1327) solo per citarne alcuni.
Uno dei grandi eventi che vide la città protagonista nella storia europea fu la Battaglia di Fornovo in cui si fronteggiarono, il 5 luglio 1495, le truppe di Carlo VIII, di passaggio sulla strada del ritorno dopo aver conquistato il Regno di Napoli, e la Lega dei Collegati che cercava di fermarlo.
Nei secoli successivi l'apertura di nuovi valichi, come quello della Futa, dirottò gran parte dei traffici commerciali verso altre strade, più agevolmente percorribili, riducendo Fornovo a piccolo centro al servizio della montagna.
Un'epidemia di peste nel 1630 decimò la popolazione e ne rese difficile il sostentamento, fino ad allora basato sulle colture agricole.
La ferrovia e il petrolio, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, mutarono ancora una volta le sorti del territorio: dal 1883 al 1894 si aprirono numerosi tratti della linea ferroviaria Parma-La Spezia, nel 1910 la tramvia elettrica collegò Fornovo a Parma e nel 1913 entrò in funzione il raccordo ferroviario con Fidenza.
In questo periodo si dà nuovo impulso alla Strada della Cisa, iniziata da Napoleone, proseguita dalla duchessa Maria Luisa d'Austria e terminata nel 1859: da Fornovo la strada si snoda lungo il versante occidentale del Monte Prinzera passando per Piantonia e Cassio.
Nel 1905 venne inaugurato un nuovo ponte sul Taro, in cotto a venti arcate, che andò a sostituire il secolare e pericoloso traghetto e Fornovo ritorna così ad essere nodo viario di primaria importanza.
Nello stesso anno venne costituita la Società Petrolifera Italiana e il paese divenne il maggior centro italiano per la produzione e la lavorazione del petrolio, arrivando negli anni '30 a coprire circa l'80 % del fabbisogno nazionale.
Le ripercussione sul territorio sono immediate: nuovi posti di lavoro, incremento demografico ed espansione urbanistica.
Le 144 incursioni aeree durante il Secondo Conflitto Mondiale sottolineano ancora di più quanto Fornovo fosse un bersaglio di prim'ordine. Le linee ferroviarie, la stazione, le cisterne della Petrolifera vennero colpite più volte, ma gli attacchi furono molto più distruttivi per la popolazione civile che per i primari obiettivi militari.
Tra il 25 e il 29 aprile del 1945, quando altrove si festeggiava l'avvenuta Liberazione, il paese viveva l'ultima vicenda bellica nota come 'Sacca di Fornovo': mentre le truppe tedesche e fasciste si ritiravano dal settore occidentale della Linea Gotica, nel tentativo di raggiungere il Po e la pianura, furono fermate dai partigiani e dal Corpo di Spedizione brasiliano comandato dal Mar. Mascharenhas de Moraes, con un ingente dispiegamento di forze e di mezzi.
Il dopoguerra vede la ripresa e l'espansione urbanistica. Dapprima verso l'alto del paese, poi in direzione di altri centri minori, come Riccò o la Salita.
Il Comune conta oggi circa 6000 abitanti ed è snodo della rete viaria, autostradale e ferroviaria che unisce pianura, appennino e mare.
L'epoca romana non solo vede sorgere il capoluogo, ma conferma l'importanza di questo territorio come nodo viario e punto strategico militare e mercantile: Foronavonus, un foro o mercatale, che i Romani erano soliti edificare sulle strade maestre per il commercio con le popolazioni limitrofe.
E'dell'anno 854 la prima menzione della Pieve che apparteneva ai Vescovi di Parma.
Nel periodo medievale la strada di Monte Bardone (da un originario "Mons Langobardorum" che nel Medioevo indicava tutta quella parte dell'Appennino Tosco-Emiliano), con l'arrivo dei Longobardi, ne accresce ulteriormente l'importanza: dall'Alto Medioevo il Valico della Cisa sarà infatti, uno dei passaggi preferenziali per i collegamenti tra l'Europa centro-occidentale e Roma.
Da Fidenza partiva un fascio di itinerari per superare la montagna, che si riuniva a Fornovo appunto nella via di Monte Bardone; questa era una delle più frequentate dai pellegrini diretti a Roma, dal momento che in essa confluiva sia il flusso proveniente dalla Francia (di qui il nome di Via Francigena o Francesca) sia il flusso proveniente dall'attuale Svizzera o Germania.
Il motivo risiede nel vantaggio, rispetto alle altre strade, di permettere con un tratto molto breve il passaggio dell'Appennino, in un solo giorno di cammino.
La strada di Monte Bardone ebbe anche importanza strategica e militare, come testimonia il passaggio documentato di personaggi quali Arnolfo d'Alemagna (896), Filippo Augusto di Francia di ritorno dalla terza crociata (1191), l'imperatore Federico II (1226, 1236, 1249), Sigismondo (1331), Lodovico IV il Bavaro (1327) solo per citarne alcuni.
Nei secoli successivi l'apertura di nuovi valichi, come quello della Futa, dirottò gran parte dei traffici commerciali verso altre strade, più agevolmente percorribili, riducendo Fornovo a piccolo centro al servizio della montagna.
Un'epidemia di peste nel 1630 decimò la popolazione e ne rese difficile il sostentamento, fino ad allora basato sulle colture agricole.
La ferrovia e il petrolio, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, mutarono ancora una volta le sorti del territorio: dal 1883 al 1894 si aprirono numerosi tratti della linea ferroviaria Parma-La Spezia, nel 1910 la tramvia elettrica collegò Fornovo a Parma e nel 1913 entrò in funzione il raccordo ferroviario con Fidenza.
In questo periodo si dà nuovo impulso alla Strada della Cisa, iniziata da Napoleone, proseguita dalla duchessa Maria Luisa d'Austria e terminata nel 1859: da Fornovo la strada si snoda lungo il versante occidentale del Monte Prinzera passando per Piantonia e Cassio.
Nel 1905 venne inaugurato un nuovo ponte sul Taro, in cotto a venti arcate, che andò a sostituire il secolare e pericoloso traghetto e Fornovo ritorna così ad essere nodo viario di primaria importanza.
Nello stesso anno venne costituita la Società Petrolifera Italiana e il paese divenne il maggior centro italiano per la produzione e la lavorazione del petrolio, arrivando negli anni '30 a coprire circa l'80 % del fabbisogno nazionale.
Le ripercussione sul territorio sono immediate: nuovi posti di lavoro, incremento demografico ed espansione urbanistica.
Le 144 incursioni aeree durante il Secondo Conflitto Mondiale sottolineano ancora di più quanto Fornovo fosse un bersaglio di prim'ordine. Le linee ferroviarie, la stazione, le cisterne della Petrolifera vennero colpite più volte, ma gli attacchi furono molto più distruttivi per la popolazione civile che per i primari obiettivi militari.
Tra il 25 e il 29 aprile del 1945, quando altrove si festeggiava l'avvenuta Liberazione, il paese viveva l'ultima vicenda bellica nota come 'Sacca di Fornovo': mentre le truppe tedesche e fasciste si ritiravano dal settore occidentale della Linea Gotica, nel tentativo di raggiungere il Po e la pianura, furono fermate dai partigiani e dal Corpo di Spedizione brasiliano comandato dal Mar. Mascharenhas de Moraes, con un ingente dispiegamento di forze e di mezzi.
Il dopoguerra vede la ripresa e l'espansione urbanistica. Dapprima verso l'alto del paese, poi in direzione di altri centri minori, come Riccò o la Salita.
Il Comune conta oggi circa 6000 abitanti ed è snodo della rete viaria, autostradale e ferroviaria che unisce pianura, appennino e mare.